In un mondo del lavoro sempre più complesso, emergono questioni che mettono in luce le difficoltà che i dipendenti possono incontrare.
Una di queste è la situazione in cui un lavoratore, dopo aver presentato le dimissioni, si ritrova a dover affrontare un periodo di preavviso senza essere assegnato a nessun compito specifico.
Questa condizione può generare non solo disagio, ma anche domande sulle azioni legalmente perseguibili. Andiamo a vedere insieme tutti i dettagli.
Il demansionamento durante il preavviso
La pratica di lasciare un dipendente senza mansioni durante il periodo di preavviso rappresenta una forma di demansionamento, considerata illegittima ai sensi della legge sul lavoro. Tale comportamento da parte del datore viola gli obblighi contrattuali e può essere interpretato come un tentativo di costringere il dipendente a una forzata inerzia, con tutte le conseguenze umilianti e professionalmente dannose che ne derivano.
Di fronte a tale situazione, il lavoratore ha diverse opzioni legali da considerare. Rivolgendosi al Tribunale competente per la zona dove si è svolto il rapporto di lavoro, può chiedere un risarcimento per danno morale dovuto all’umiliazione subita, per danno patrimoniale relativo alla perdita di opportunità professionali future e persino per danno biologico se vi sono state ripercussioni sulla salute fisica o mentale documentabili.
È importante ricordare che durante il periodo di preavviso i diritti e i doveri sia del datore che del dipendente rimangono immutati rispetto al normale svolgimento dell’attività lavorativa. Ciò significa che entrambe le parti sono tenute a mantenere un comportamento improntato alla buona fede e alla correttezza fino alla conclusione effettiva del rapporto.
Da parte sua, il datore potrebbe adottare strategie preventive rinunciando al periodo di preavviso offerto dal dipendente dimissionario. Questa scelta gli permetterebbe di evitare eventuali complicazioni legali legate al demansionamento senza dover corrispondere l’indennità sostitutiva prevista in caso contrario.
Infine, qualora il dipendente subisca abusi o trattamenti ingiustificati durante questo delicato momento transitorio della vita professionale, ha la possibilità di convertire le proprie dimissioni da volontarie a forzate per giusta causa. Ciò gli consentirebbe non solo di interrompere immediatamente ogni vincolo con l’azienda, ma anche di accedere a forme specifiche di tutela economica come l’indennità sostitutiva del preavviso e l’assegno NASPI dell’INPS dedicato ai disoccupati involontari.