Molti si chiedono se i guadagni derivanti dalla pubblicità inserita nei video online debbano essere dichiarati al fisco.
La risposta, come confermato dalle ultime indicazioni dell’Agenzia delle Entrate, è inequivocabile: sì, ogni introito generato in questo modo deve essere incluso nella dichiarazione dei redditi o nel modello 730.
Vivendo in un periodo storico dove la digitalizzazione ha aperto nuove frontiere lavorative e con esse nuove responsabilità fiscali, è fondamentale informarsi adeguatamente e assicurarsi di rispettare tutte le normative vigenti per evitare spiacevoli sorprese con il fisco.
Quando aprire una Partita IVA
La questione diventa ancora più specifica per coloro che svolgono questa attività in maniera continuativa e generano proventi periodici. In questi casi, non solo è necessario dichiarare i guadagni ma si rende obbligatorio anche l’apertura di una Partita IVA. Questo adempimento non dipende dall’ammontare dei guadagni, ma dalla regolarità e continuità con cui l’attività viene esercitata.
Le piattaforme attraverso le quali vengono distribuiti i contenuti video hanno l’obbligo di inviare ai creatori documentazione fiscale attestante gli avvenuti pagamenti. Questa documentazione deve poi essere consegnata al proprio commercialista o al CAF per la corretta compilazione della dichiarazione dei redditi. È importante ricordare che tutti i pagamenti sono tracciabili e quindi facilmente individuabili dall’Agenzia delle Entrate, specialmente se il contribuente non dichiara altri redditi.
Non dichiarare questi guadagni può comportare serie conseguenze a seconda dell’ammontare delle somme occultate all’erario. Per evasioni fino a 50.000 euro si applicano sanzioni amministrative proporzionate alle imposte dovute; superata questa soglia, invece, si incorre nel reato di omessa presentazione della dichiarazione dei redditi con pene detentive da due a cinque anni oltre alla sanzione pecuniaria.
Dichiarare i propri guadagni derivanti da video pubblicitari non significa necessariamente dover affrontare un onere fiscale aggiuntivo. Se il totale del reddito imponibile rimane inferiore alle soglie previste per le detrazioni fiscali applicabili, il contribuente potrebbe rientrare nella cosiddetta “no tax area”, evitando così ulteriori imposte sui proventi ottenuti online.