Cambia tutto se il nostro pacco è in ritardo o non consegnato. Adesso spuntano nuove linee guida per tutti i consumatori italiani: le novità.
Ogni giorno sono milioni i pacchi consegnati nelle case degli italiani, delle volte però ci potrebbero essere dei problemi. La consegna infatti potrebbe essere in ritardo oppure il pacco non viene proprio consegnato. I motivi sono molteplici e possono andare dai problemi logistici a quelli operativi. Ovviamente non mancano nemmeno le condizioni meteorologiche avverse che potrebbero ritardare la consegna dei pacchi.
Inoltre, esistono anche dei periodi di picco, come le festività, che possono portare a un aumento significativo del volume di spedizioni. Questa può essere una delle cause dei ritardi nelle consegne a causa dell’elevato carico di lavoro. Negli ultimi mesi sono anche diverse le agitazioni dei corrieri che stanno portando a ritardi nelle consegne. Adesso però l’ultima sentenza della Cassazione tutela tutti i consumatori italiani.
Pacco in ritardo o non consegnato, cosa si può fare adesso: l’ultimo cambiamento
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 8070/2024) ha affrontato la questione della responsabilità del gestore del servizio postale di Poste Italiane in casi di danni derivanti da ritardi o mancate consegne delle spedizioni. Per comprendere appieno il significato di questa pronuncia, è necessario analizzare il contesto specifico su cui la Corte si è espressa. Infatti il contesto in questione riguardava una società partecipante a un’asta pubblica indetta da un comune.
La società aveva utilizzato il servizio postale offerto da Poste Italiane, noto come “Posta Celere 1 Plus”, per inviare la sua offerta. Nonostante la garanzia di consegna in un solo giorno fornita da questo servizio, l’offerta venne recapitata al comune con un ritardo di 5 giorni rispetto alla scadenza dell’asta: ciò portò all’esclusione automatica della società dall’asta. Il tutto nonostante avesse una probabilità considerevole di vincere. Questa società ha quindi intrapreso delle azioni legali per ottenere un risarcimento dei danni subiti.
Il Tribunale di Bari riconobbe la responsabilità del gestore postale per il ritardo nella consegna. Tuttavia stabilì secondo il Decreto Ministeriale 26/2004 che Poste Italiane era soggetta a una responsabilità limitata al costo della spedizione. La società quindi appellò la decisione del Tribunale. Ma la Corte d’Appello confermò la sentenza. Il tutto sostenendo che anche se la legge che limitava la responsabilità di Poste Italiane era stata dichiarata incostituzionale, il DM 26/2004 continuava a limitare la responsabilità del gestore al costo della spedizione.
Per questo motivo la società non poteva ottenere un risarcimento per i danni arrecati. La società quindi ha presentato un ricorso in Cassazione. La Corte Suprema, nel dare ragione alla società , ha esaminato la legislazione relativa alla responsabilità del gestore del servizio postale. Successivamente è intervenuta la Corte Costituzionale. Questa dichiarò l’illegittimità costituzionale del DPR 156/73, il tutto perché favoriva in modo ingiustificato il gestore del servizio postale a discapito degli utenti.
La Corte ha quindi sottolineato che il rimborso limitato al solo costo della spedizione non era sufficiente a coprire i danni subiti dagli utenti a causa di ritardi o mancate consegne. In conclusione al Cassazione ha quindi deciso che Poste Italiane è tenuta a risarcire i danni prevedibili derivanti da ritardi o mancate consegne. L’unica alternativa per Poste Italiane è che possa dimostrare che il mancato adempimento è stato causato da circostanze al di fuori del suo controllo.