Pensioni: da ora puoi avere il doppio vantaggio e far aumentare l’assegno ogni mese

L’opzione di cui ti parliamo oggi è precisamente adatta per chi vuole un aiuto economico prima di arrivare all’età della pensione

Quella di cui ti parliamo oggi è una opzione flessibile e vantaggiosa per chi necessita di un supporto economico prima di raggiungere l’età pensionabile. Particolarmente adatto, in particolare, per chi ha una lunga anzianità di adesione a un fondo pensionistico complementare. Tuttavia, è fondamentale comprendere appieno le normative e le condizioni applicabili per sfruttare al meglio questa opportunità.

Pensioni aumentare assegno
Così aumenti l’assegno pensionistico – Giustiziabrescia.it

L’acronimo da ricordare è RITA. Si tratta, infatti, di una soluzione preziosa per coloro che desiderano avere dei vantaggi economici in termini pensionistici. Pensa che, muovendoti bene, potresti far aumentare di molto il tuo assegno mensile. Ecco come. Ovviamente, il consiglio è quello di sempre quando parliamo di questioni economiche: il confronto con un professionista del settore potrà dipanare tutti i dubbi e permetterti di prendere la decisione migliore.

Il doppio vantaggio della RITA per una pensione d’oro

L’acronimo RITA sta per Rendita Integrativa Temporanea Anticipata e permette di accedere in anticipo al capitale accumulato in un fondo di previdenza complementare. Si potrebbero quindi ricevere rate periodiche fino al raggiungimento dell’età pensionabile, offrendo una sorta di pensione anticipata per un massimo di dieci anni. L’obiettivo principale della RITA è sostenere il reddito di chi è rimasto senza lavoro, colmando il periodo che precede il raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia.

Pensione doppio vantaggio RITA
Rendita Integrativa Temporanea Anticipata: come funziona? – Giustiziabrescia.it

Uno degli aspetti più interessanti della RITA è il suo regime fiscale agevolato. La normativa prevede una tassazione sostitutiva sull’importo anticipato con un’aliquota del 15%. Questa aliquota può essere ridotta di 0,30 punti percentuali per ogni anno di adesione al fondo pensionistico complementare che eccede il quindicesimo anno, fino a un massimo di 6 punti percentuali.

Pertanto, chi ha partecipato a lungo alla previdenza complementare, può beneficiare di una tassazione significativamente ridotta. Per coloro che sono iscritti a un fondo di previdenza complementare da prima del 1° gennaio 2007, gli anni di adesione precedenti al 2007 sono considerati fino a un massimo di 15 anni ai fini della riduzione dell’aliquota.

L’aliquota applicabile non si fissa al momento della richiesta della RITA, ma continua a ridursi con l’aumento dell’anzianità di iscrizione, anche durante l’erogazione della rendita. Per le prestazioni riferite a montanti maturati fino al 31 dicembre 2000, si applica comunque una ritenuta del 15%, dato che la tassazione per tali importi è considerata unitaria.

Il percettore della RITA ha inoltre la possibilità di rinunciare alla tassazione sostitutiva, scegliendo invece la tassazione ordinaria, specificandolo nella dichiarazione dei redditi. Le somme erogate a titolo di RITA sono assimilate ai redditi da lavoro dipendente. Per determinare l’imponibile, le somme sono imputate in via prioritaria agli importi maturati fino al 31 dicembre 2000. Gli importi eccedenti sono invece imputati prima a quelli maturati dal 1° gennaio 2001 al 31 dicembre 2006 e infine a quelli maturati dal 1° gennaio 2007.