Sicuramente, sarà capitato anche a te di essere fermato dalla polizia o dai carabinieri mentre eri alla guida della tua auto.
Sebbene sia più raro, può succedere di essere fermati anche quando si è a piedi, magari con amici o con la fidanzata mentre si fa una passeggiata.
Se ciò è accaduto anche a te, sicuramente ricorderai di esserti trovato un attimo in difficoltà, non perché tu avessi qualcosa da nascondere, ma perché ti era sembrato insolito un controllo del genere, senza alcun apparente motivo. Ti sarai allora chiesto: la polizia può chiedere dove sto andando?
La polizia può fermarmi per avere informazioni?
La polizia può chiedere informazioni ai passanti. Ciò in genere accade quando c’è motivo di credere che le persone fermate possano contribuire alle indagini in corso. Ad esempio, se c’è stata una rapina in una banca, la polizia potrà chiedere ai passanti se hanno assistito al crimine e se possono raccontare qualcosa di utile.
Inoltre, sei obbligato ad identificarti fornendo le tue generalità alla richiesta della polizia; il rifiuto costituisce reato (art. 651 codice penale) e potrebbe portare al tuo accompagnamento presso gli uffici della forza pubblica per l’identificazione formale.
Quando le forze dell’ordine ti fermano solo per raccogliere informazioni generiche senza un contesto investigativo specifico che giustifichi tale domanda (come “Dove stai andando?”) non sei tenuto a rispondere su tale aspetto specifico della tua vita privata senza conseguenze legali dirette.
Può accaderti di essere fermato dalla polizia durante una passeggiata senza un motivo evidente legato a indagini in corso o situazioni particolari; ciò fa parte dei compiti delle forze dell’ordine nel quadro della prevenzione dei reati. In questi casi il controllo si limita alla richiesta delle tue generalità. Esempi pratici includono controlli nei pressi di aree note per attività illecite come lo spaccio o dopo segnalazioni da parte dei cittadini riguardanti situazioni sospette.
Durante la guida invece i controlli sono più frequentemente giustificati dal codice della strada che impone ai conducenti l’esibizione dei documenti richiesti dalle autorità competenti (patente e libretto), oltre alla possibilità da parte delle stesse autorità di ispezionare il veicolo verificandone l’idoneità tecnica ed eventualmente individuare modifiche illegalmente apportate al mezzo.
Anche in questo caso specifico relativo alla guida non vi è obbligo da parte del conducente di indicare agli agenti quale sia la propria destinazione finale durante il viaggio intrapreso.