Il concetto di prepensionamento sta diventando sempre più una realtà tangibile per molti lavoratori italiani, grazie alle nuove normative.
Ma cosa significa esattamente e quali sono le opzioni disponibili per anticipare l’uscita dal mondo del lavoro? Andiamo a vedere insieme tutti i dettagli.
Il prepensionamento si configura come una strategia volta a consentire ai dipendenti di lasciare anticipatamente il lavoro prima di raggiungere i requisiti standard per la pensione. Questo strumento si rivela particolarmente utile per gestire situazioni di esubero personale, offrendo al contempo sostegno economico ai lavoratori coinvolti.
L’isopensione rappresenta una delle principali vie per il prepensionamento. Grazie a questa misura, i dipendenti possono anticipare fino a 7 anni l’uscita dal lavoro, ricevendo un sostegno economico equivalente alla futura pensione. Questa opzione richiede un accordo sindacale aziendale e prevede che l’azienda continui a versare i contributi previdenziali fino alla maturazione dei requisiti pensionistici del lavoratore.
I beneficiari dell’isopensione sono generalmente lavoratori in esubero appartenenti ad aziende con più di 15 dipendenti e vicini al raggiungimento dei requisiti pensionistici. È necessario un accordo sindacale specifico e la successiva adesione individuale al piano proposto dall’azienda.
Un’altra forma di supporto al reddito in vista della pensione è rappresentata dall’assegno straordinario, destinato ai dipendenti delle imprese che partecipano ai fondi bilaterali. Anche in questo caso, si tratta di un sussidio calcolato sulla base della futura pensione, con alcune specificità legate al settore di appartenenza dell’impresa.
Generalmente hanno diritto all’assegno coloro che non sono distanti più di 5 anni dalla maturazione dei requisiti per la pensione ordinaria o anticipata. Le condizioni specifiche, però, possono variare in base alle disposizioni dei singoli fondi bilaterali.
L’importanza dell’assegno varia secondo diversi fattori, tra cui il metodo di calcolo della futura pensione (retributivo, misto o contributivo) e gli eventuali integrativi forniti dall’azienda stessa.
Per garantire il diritto alla futura pensione durante il periodo intercorrente fino alla sua effettiva maturazione, le aziende devono versare i contributi previdenziali necessari. Questi vengono calcolati sulla base dello stipendio ultimo percevito dal lavoratore ed includono tutte le voci fisse dello stesso.
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