La questione dell’utilizzo di IQOS, il sistema di riscaldamento del tabacco, in locali e luoghi pubblici suscita interesse e dibattiti.
L’utilizzo di dispositivi come iQOS rappresenta una nuova sfida interpretativa per le normative esistenti sul fumo nei luoghi pubblici ed evidenzia la necessità di aggiornamenti legislativi capaci di tenere conto dell’evoluzione tecnologica nel campo dei prodotti legati al consumo di tabacco.
A differenza delle sigarette tradizionali o delle sigarette elettroniche, IQOS si posiziona in una categoria a sé stante per quanto riguarda la regolamentazione del suo uso nei luoghi pubblici.
La Legge Sirchia, entrata in vigore nel 2005, ha segnato un punto di svolta per quanto riguarda il fumo nei luoghi chiusi accessibili al pubblico in Italia. Questa normativa ha imposto divieti severi sull’uso delle sigarette convenzionali all’interno dei locali pubblici, con l’obiettivo primario di tutelare la salute dei non fumatori. Essendo IQOS un dispositivo che non brucia il tabacco ma lo riscalda, non rientra tecnicamente nella definizione di “prodotti da fumo” contemplati dalla legge.
Anche se a prima vista potrebbe sembrare che IQOS possa essere assimilato alle sigarette elettroniche sotto l’aspetto della regolamentazione del loro uso nei luoghi pubblici, la situazione è differente. Le sigarette elettroniche sono soggette a specifiche restrizioni che limitano il loro utilizzo in determinati contesti pubblici. Invece, dato che IQOS utilizza una tecnologia diversa basata sul riscaldamento del tabacco senza combustione, non è incluso nelle stesse categorie regolamentari delle sigarette convenzionali o delle sigarette elettroniche.
Nonostante l’assenza di divieto formale sull’utilizzo di IQOS nei locali pubblici derivante dalla sua particolare natura tecnologica, è importante adottare un approccio responsabile nel suo uso. Gli esperti consigliano infatti di cercare sempre il consenso del titolare dell’esercizio prima di utilizzare dispositivi come IQOS all’interno dei suoi spazi. Questo gesto non solo dimostra rispetto verso il gestore del locale ma anche verso gli altri clienti presenti, specialmente considerando la presenza potenziale di minori e donne incinte o in fase d’allattamento.
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