Curiosità

Agenzia delle entrate, quanto tempo deve passare prima di poter considerare scampato pericolo

L’incubo di ogni contribuente è quello di ricevere una comunicazione dall’Agenzia delle Entrate che avvisa di un accertamento fiscale.

Questa preoccupazione nasce spesso dalla consapevolezza, magari tardiva, di aver commesso qualche irregolarità nella dichiarazione dei propri redditi.

Per quanto tempo dobbiamo preoccuparci dell’Agenzia delle Entrate? – Ansa – Giustiziabrescia.it

Ma fino a quando può spingersi l’occhio indagatore dell’amministrazione finanziaria? Andiamo a scoprirlo insieme.

Alcuni accertamenti dell’Agenzia delle Entrate

Il primo scenario da considerare è quello in cui il contribuente non ha affatto presentato la dichiarazione dei redditi. In questo caso, l’Agenzia delle Entrate ha la facoltà di effettuare controlli e accertamenti fino al 31 dicembre del settimo anno successivo a quello in cui la dichiarazione avrebbe dovuto essere consegnata. Ciò significa che per un periodo complessivo di otto anni, le finanze statali possono indagare sulla correttezza della situazione fiscale del cittadino.

Fare la dichiarazione dei redditi è molto importante – Giustiziabrescia.it

Esempi pratici possono includere situazioni come lavori in nero, acquisti ingiustificati rispetto alla situazione reddituale dichiarata o depositi bancari significativi senza una fonte di reddito apparente. Queste circostanze possono innescare i meccanismi dell’accertamento e portare a richieste ufficiali di chiarimento da parte dell’ente impositore.

Diversamente si configura il caso dei contribuenti che hanno regolarmente presentato la loro dichiarazione dei redditi ma hanno omesso o sottovalutato alcuni proventi oppure non sono stati in grado di dimostrare l’esenzione per altri introiti. Per queste situazioni, il termine ultimo entro cui è possibile ricevere una notifica d’accertamento si estende fino al 31 dicembre del quinto anno successivo alla presentazione della dichiarazione.

In pratica, ciò offre all’Agenzia delle Entrate un margine temporale massimo di sei anni per verificare e contestualmente sanzionare eventuali irregolarità fiscali legate a redditi non adeguatamente segnalati o giustificati nella propria dichiarazione annuale.

Tra gli esempi più comuni rientrano professionisti che non hanno segnalato tutti i compensi per attività svolte, lavoratori dipendenti con guadagni non documentati derivanti da attività parallele o proprietari immobiliari che affittano senza regolare contratto locativo.

Sia nel caso d’omessa presentazione della dichiarazione sia nel caso d’incompletezza o inaccurate della stessa, esistono precisi termini temporali entro cui l’Agenzia delle Entrate può intervenire con accertamenti ed eventuali multe per irregolarità fiscali passate:

– Otto anni dal mancato invio della dichiarazione nei casi di non presentazione;
– Sei anni dalla data di dichiarazione nei casi di non corretta indicazione di proventi nella stessa.

Questo sistema mira ad assicurare che ogni cittadino contribuisca equamente al sostegno della comunità attraverso il pagamento delle imposte dovute dallo Stato italiano, garantendo allo stesso tempo un controllo efficace ed equilibrato degli obblighi fiscali dei cittadini.

Federico Chiarenza

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