Nell’era digitale, la condivisione di immagini sui social network è diventata una pratica quotidiana. Quando si tratta di pubblicare fotografie che ritraggono altre persone, però, emergono questioni legali importanti.
La normativa vigente stabilisce chiaramente che nessuna immagine raffigurante un soggetto può essere diffusa senza il consenso esplicito del diretto interessato.
Questo principio si applica indistintamente a tutti gli utenti dei social media, sottolineando l’importanza della privacy e del rispetto dei diritti individuali.
Revoca del consenso e cancellazione delle immagini
Un aspetto peculiare della normativa sul consenso alla pubblicazione di fotografie è la possibilità per il soggetto ritratto di revocare in qualsiasi momento l’autorizzazione precedentemente concessa. Ciò significa che anche dopo aver acconsentito alla diffusione di una propria immagine, l’individuo ha il diritto di cambiare idea, richiedendo la rimozione della foto dai social network o da qualsiasi altro mezzo attraverso cui sia stata condivisa.
Esistono delle eccezioni significative riguardanti le fotografie di persone famose o che ricoprono cariche pubbliche. In questi casi specifici, non è necessario ottenere un consenso preventivo per la pubblicazione delle immagini. Tale deroga si estende anche alle situazioni in cui le foto sono utilizzate per indagini giudiziarie o scopi scientifici e storici. Nonostante ciò, è fondamentale assicurarsi che tali immagini non arrechino danno all’onore o alla reputazione degli individui ritratti.
Pubblicare una fotografia senza il dovuto consenso può avere serie conseguenze legali. Chiunque violi questa disposizione commette un illecito civile e può essere chiamato a risarcire i danni subiti dalla persona ritratta. Inoltre, se la diffusione dell’immagine avviene a scopo lucrativo o con l’intento di danneggiare qualcuno, le sanzioni previste diventano ancora più severe.
La legislazione italiana prevede specifiche pene per chi tratta dati personali (come le fotografie) senza autorizzazione. L’articolo 167 del D.Lgs n° 196/2003 stabilisce pene detentive da sei mesi a tre anni per il trattamento illecito dei dati personali. Se all’illecito si aggiunge l’intento diffamatorio nei confronti del soggetto ritratto, si può incorrere nel reato di diffamazione aggravata con sanzioni ancora più pesanti.
Navigando nell’universo dei social network, è essenziale muoversi con cautela quando si decide di condividere immagini altrui. Conoscere i limiti impostati dalla legge aiuta a evitare spiacevolissime conseguenze legalmente ed eticamente impegnative.