La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto la pace contributiva per chi vuole riscattare gli anni e andare in pensione prima: i dettagli.
Sicuramente in queste settimane avrete sentito parlare della cosiddetta pace contributiva. Oggi entreremo nel dettaglio di questa possibilità che può essere percorsa dagli italiani che si accingono a uscire dal mercato del lavoro. Ecco come riscattare gli anni e andare in pensione prima del tempo previsto.
Con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2024, è stata introdotta una misura significativa per i lavoratori italiani: la “pace contributiva” o riscatto contributivo. Questa iniziativa permette di valorizzare i periodi di inattività lavorativa tra un’occupazione e l’altra, equiparandoli a periodi di lavoro per fini previdenziali. È essenziale che i lavoratori interessati si informino e considerino di presentare domanda per sfruttare al meglio questa opportunità. Ecco tutti i dettagli su come funziona e come richiederla.
La pace contributiva consente ai lavoratori di riscattare i periodi di tempo non coperti da contribuzione, fino a un massimo di cinque anni, anche se non continuativi, maturati tra il 1° gennaio 1996 e il 31 dicembre 2023. Questo riscatto permette di considerare tali periodi come se fossero stati coperti da contributi lavorativi, incrementando così l’anzianità contributiva.
Anche chi ha già effettuato un riscatto contributivo in passato può presentare una nuova domanda, a condizione che siano soddisfatti i requisiti previsti. La domanda di riscatto può essere presentata dal diretto interessato, dai suoi superstiti o dai suoi parenti fino al secondo grado, nonché dal datore di lavoro dell’assicurato, per valorizzare la pensione di reversibilità. Il riscatto dei periodi non lavorati offre vari vantaggi.
Per esempio, incrementare i periodi contributivi può accelerare il raggiungimento dei requisiti pensionistici. Il costo del riscatto è determinato secondo il sistema contributivo, applicando l’aliquota contributiva vigente al momento della presentazione della domanda. L’onere può essere pagato in un’unica soluzione o in un massimo di 120 rate mensili, con un importo minimo di 30 euro per rata e senza interessi aggiuntivi per la rateizzazione.
In caso di interruzione dei pagamenti, verrà riconosciuto un periodo contributivo proporzionale agli importi versati fino a quel momento. La domanda di riscatto deve essere presentata esclusivamente in via telematica tramite il sito web dell’INPS, utilizzando lo SPID, oppure attraverso gli Istituti di Patronato. Le domande possono essere presentate fino al 31 dicembre 2025.
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