Una sanzione spesso sgradevole e, soprattutto pesante ma c’è rimedio. Autovelox: regole e come contestare la multa.
In Italia, l’utilizzo degli autovelox e dei tutor per il rilevamento della velocità è in aumento. Questi dispositivi, tuttavia, devono aderire a criteri ben definiti per essere considerati validi. In caso di violazioni, gli automobilisti hanno il diritto di contestare le multe ricevute rivolgendosi al giudice di Pace o al Prefetto. Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha annunciato un decreto che regolamenta l’installazione e l’uso degli autovelox con lo scopo di migliorare la sicurezza stradale.
Multa autovelox: motivi per cui è possibile fare ricorso. Esistono diversi motivi validi per contestare una multa autovelox. Tra questi figurano segnaletiche poco chiare o danneggiate, mancanza di preavviso adeguato dell’autovelox, ostacoli visivi come vegetazione che copre i cartelli stradali, scarsa visibilità della postazione degli agenti e mancata registrazione fotografica completa dell’infrazione. Altri motivi includono verbali non conformi alle normative vigenti o dispositivi non omologati correttamente. È importante anche verificare la corretta notifica della multa; in caso contrario si può presentare ricorso.
Autovelox: tempi e modalità per fare ricorso. Per contestare una multa autovelox si dispone di 30 giorni dalla ricezione della notifica per presentare ricorso al giudice di Pace del luogo dove è stata commessa l’infrazione. È necessario inviare una raccomandata A/R alla cancelleria del giudice competente con un contributo unificato di 43 euro più eventuali spese legali e marca da bollo da 27 euro. Se il ricorso viene respinto bisognerà affrontare costi maggiorati rispetto alla sanzione originaria.
Un’altra opzione consiste nel rivolgersi al Prefetto entro 60 giorni dalla notifica della multa attraverso una raccomandata A/R indirizzata all’organo che ha emesso il verbale o direttamente al prefetto stesso senza alcun costo aggiuntivo. Tuttavia questa via può risultare più complessa data la natura “di parte” dell’organo chiamato a decidere sul ricorso.
Se dopo aver invocato il Prefetto non si riceve risposta entro i termini previsti (180 giorni dall’invio alla Polizia o 210 giorni se invocato direttamente al Prefetto), il ricorso si considererà accolto; in caso contrario sarà possibile procedere con un nuovo appello presso il giudice di pace oppure accettando la sanzione nella sua interezza.
In conclusione, gli automobilisti hanno diverse vie legalmente riconosciute per contestare le sanzioni derivanti da controlli autovelox ritenuti illegittimi o errati. Conoscere i propri diritti e le procedure appropriate è essenziale per difendersi efficacemente dalle ingiustizie.