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Tari: facendo così puoi contestare una richiesta di pagamento

Un passaggio importante nel gestire i rapporti con la Pubblica Amministrazione. Come contestare una richiesta di pagamento della Tari

La Tassa sui rifiuti, meglio conosciuta come Tari, è un tributo che tutti i cittadini sono tenuti a versare per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Tuttavia, può capitare di ricevere una richiesta di pagamento errata o non dovuta. In questi casi, è importante sapere come muoversi per contestare efficacemente tale richiesta.

Puoi contestare la Tari/Giustiziabrescia.it

 

La richiesta di autotutela al Comune

Il primo passo da compiere quando si individua un errore nella richiesta di pagamento della Tari è rivolgersi direttamente all’ente creditore, ossia il Comune. Presentando un’istanza di autotutela, si chiede all’amministrazione comunale di annullare o rettificare la richiesta in questione. È fondamentale allegare alla propria istanza tutti i documenti necessari a dimostrare l’errore commesso e fornire una dettagliata motivazione della contestazione.

Questa procedura permette al contribuente di ottenere l’annullamento totale o parziale del debito e quindi essere esonerato dal versamento preteso. Nel caso in cui l’autotutela venga accolta dal Comune, quest’ultimo provvederà a inviare all’Agente della Riscossione esattoriale (che può essere Agenzia Entrate Riscossione o società private) l’ordine di cancellazione del debito.

Il ricorso al giudice. Qualora la via dell’autotutela non portasse ai risultati sperati o si preferisca agire su un altro fronte, è possibile presentare ricorso alla Corte di Giustizia Tributaria competente. Questa opzione consente al contribuente di avviare un procedimento giudiziale che si concluderà con la sentenza del giudice stesso.

È importante sottolineare che il ricorso deve essere presentato entro 60 giorni dalla notifica della richiesta di pagamento della Tari. Durante questo periodo, sarà anche possibile chiedere alla Corte una sospensione dell’esecuzione della richiesta fino all’emissione della sentenza definitiva.

L’istanza di sospensione all’Agente della riscossione esattoriale. Nonostante le procedure sopra descritte non sospendano automaticamente l’obbligo del pagamento della Tari, esiste la possibilità per il contribuente che ha avviato uno dei due percorsi (autotutela o ricorso) di chiedere direttamente all’Agente per la riscossione esattoriale la sospensione del procedimento fino alla definizione delle controversie pendenti.

Ecco quando puoi contestare la Tari/Giustiziabrescia.it

 

Questa istanza va presentata entro 60 giorni dalla notifica dell’atto e può essere effettuata attraverso diversi canali: online sul sito dell’Agente per la riscossione esattoriale oppure tramite posta elettronica certificata (PEC) o ancora mediante raccomandata A/R.

In conclusione, sebbene ricevere una richiesta errata possa generare ansia e preoccupazione nel contribuente, è importante sapere che ci sono strumenti legali efficaci attraverso i quali è possibile difendersi e fare valere i propri diritti.

Alessandro Fabiani

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