I percettori di assegni e misure erogate dall’INPS devono prestare molta attenzione alle direttive generali: basta un errore e perdi tutto.
Aver iniziato a percepire un Bonus o un’agevolazione non significa avere la certezza che il diritto rimarrà per sempre. Ci sono regole da rispettare o scatterà prima la sospensione della misura, poi la cancellazione definitiva delle erogazioni. L’INPS eroga numerose misure alle famiglie italiane. Lo scopo è sostenere economicamente soprattutto i nuclei con redditi bassi e aiutarli a superare le difficoltà incontrate a causa del caro-vita.
Ormai sono diversi anni che lo Stato attiva Bonus per i cittadini: il boom si è avuto nel periodo della pandemia, poi con lo scoppio della guerra in Ucraina sono continuati i versamenti e si sono aggiunte nuove misure in base alle esigenze riscontrate nella popolazione. Aiuti per pagare le bollette, ad esempio, quando costi di luce e gas sono iniziati a lievitare o contributi per fare la spesa alimentare.
Ricordiamo, ad esempio, che a breve dovrebbero ripartire le nuove erogazioni della Carta Dedicata a te del valore di 500 euro circa. Infine, il Governo Meloni ha sostituito il Reddito di Cittadinanza con l’Assegno di Inclusione pensato per i nuclei con minori, invalidi, over 60 e in condizioni di svantaggio sociale.
L’Assegno di Inclusione nasce con lo scopo di favorire l’inclusione sociale e l’occupazione degli attivabili. Presuppone la registrazione al SIISL e la sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale. Così facendo il percettore accetta di ottemperare a precisi obblighi. In primis vige la regola dei 120 giorni ossia la necessità di recarsi entro 120 giorni dal momento dell’invio della lista dei nomi dei beneficiari della misura da parte dell’INPS ai Comuni presso i servizi sociali.
Dovrebbe arrivare una convocazione prima del termine, ma qualora non arrivasse suggeriamo di prendere un appuntamento in autonomia per evitare la sospensione della misura. I percettori, poi, sono obbligati a rispondere a ogni convocazione successiva alla prima da parte dei servizi sociali o del lavoro e di accettare ogni offerta di lavoro. In caso di assenza o di rifiuto anche di una sola richiesta, sarà addio all’Assegno di Inclusione.
Gli attivabili – coloro che possono lavorare – hanno l’obbligo di recarsi presso un Centro per l’Impiego entro 60 giorni dalla sottoscrizione al PAD. Se così non fosse il sussidio sarà sospeso per 90 giorni e poi decadrà continuando a perseverare nell’errore. Infine, occorre partecipare alle iniziative di carattere formativo o di riqualificazione nonché a un percorso di istruzione per adulti se necessario.
Esiste un'opportunità molto interessante per tutti coloro che possiedono aree verdi private, come giardini e…
D'estate, il caldo torrido e l'esposizione prolungata al sole possono trasformare le nostre labbra in…
Il mondo della televisione italiana è stato recentemente scosso da una notizia che ha suscitato…
"Ballando con le stelle" si appresta ad accogliere tra i suoi concorrenti un volto noto…
L'argomento dell'eredità è sempre delicato, soprattutto quando si tratta di gestire non solo beni ma…
Il sogno di molti italiani è quello di poter contare su una rendita passiva che…