Novità per quanto riguarda la pensione e il pignoramento: se il debito supera questa cifra si rischia il blocco degli assegni.
Sono diverse le novità riguardanti le pensioni previste per il 2024. Infatti a partire da quest’anno abbiamo potuto vedere come l’importo sia stato modificato seguendo il dato dell’inflazione sulla penisola. In questa maniera l’importo per la platea pensionata è stato più alto rispetto agli altri anni. Nonostante questo però sembra proprio che questo scenario non si ripeterà il prossimo anno, visto che l’inflazione sta scendendo rispetto allo scorso anno.
Nonostante la pensione sia un sussidio previsto per una delle platee più fragili della penisola, bisogna comunque dire che ci sono alcune situazioni in cui l’importo può essere bloccato completamente o in parte. Uno dei casi più comuni in cui la pensione può subire un blocco parziale è proprio il pignoramento dell’assegno. Per questo motivo è importante capire quando questo scenario si può verificare e soprattutto quando anche gli assegni futuri potrebbero essere messi a rischio.
Il rischio di pignoramento della pensione è una preoccupazione per molti, specialmente coloro che hanno debiti nei confronti dell’Agenzia delle Entrate e della Riscossione (AdER). Questo può causare ritardi nei pagamenti della pensione e del TFR, poiché scatta il servizio di verifica degli inadempimenti. Secondo la normativa, prima di effettuare pagamenti superiori a 5.000 euro, le Amministrazioni Pubbliche devono verificare se il beneficiario è inadempiente al pagamento derivante da cartelle di pagamento.
Questo limite è stato modificato nel 2018, passando da 10.000 euro a 5.000 euro. Inoltre, con la legge 142/2022, è stato aumentato il limite di impignorabilità delle pensioni a 1.000 euro, rendendo solo una piccola parte delle pensioni soggette a pignoramento. Le somme dovute a pensioni non possono essere pignorate oltre il doppio della misura massima mensile dell’assegno sociale. Per quanto riguarda i pignoramenti disposti dall’Agente della riscossione, ci sono limiti specifici a seconda dell’importo del debito.
Ad esempio per debiti fino a 2.500 euro, il pignoramento può essere fino a 1/10 dell’importo. I pignoramenti sul conto corrente seguono principi simili, con limiti che dipendono dall’importo del debito e dalla data dell’accredito sul conto. Se il pignoramento supera i limiti stabiliti, può essere considerato inefficace per la parte eccedente. Il debitore ha il diritto di contestare l’inefficacia del pignoramento e può chiedere il risarcimento del danno derivante da un pignoramento illegittimo.
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