Quando si regalano i contanti nella busta agli sposi, in molti si chiedono se vanno dichiarati: in quali casi scattano i controlli del Fisco.
Spesso gli sposi ricevono del denaro in busta come regalo: quest’azione riflette alcune tradizioni culturali, ma anche pratiche e soprattutto delle preferenze personali. Regalare denaro in busta, infatti, offre agli sposi la libertà di scegliere come utilizzare il regalo. Possono decidere di spenderlo per la luna di miele, per acquistare oggetti per la casa, investire per il futuro o usarlo per qualsiasi altra esigenza. E poi è conveniente sia per chi dona che per chi riceve, perché si evita di regalare qualcosa che non piaccia agli sposi o che già possiedono.
Insomma, il denaro in busta può rappresentare un contributo significativo per avviare la vita di coppia. Giusto per rendere l’idea, aiuta gli sposi a coprire spese iniziali come arredamento della casa, spese di trasloco o altre necessità pratiche che possono sorgere all’inizio della loro vita insieme. Questo regalo inoltre offre flessibilità e versatilità agli sposi. Tuttavia, in molti si chiedono cosa succede e quando il Fisco avvia i controlli sul denaro regalato agli sposi. Facciamo chiarezza insieme.
Contanti agli sposi, scattano i controlli del Fisco: fai attenzione
Per quanto ricevere denaro in busta come regalo di nozze sia una pratica comune, è importante essere consapevoli delle implicazioni fiscali e legali associate a questa pratica. Per prima cosa è essenziale comprendere che il regalo di denaro in contanti durante eventi come le nozze si configura come una donazione di modico valore e, come tale, non richiede un atto pubblico. Tuttavia se l’importo del regalo è significativo, potrebbe essere necessaria la presenza di un notaio per garantire la validità della donazione.
La Corte di Cassazione ha stabilito che una donazione è considerata di modico valore se rispetta due requisiti: il valore oggettivo del bene e le condizioni economiche del donante. Quindi il valore di un regalo viene valutato caso per caso, considerando anche il patrimonio del donante. In Italia esiste un limite all’utilizzo del contante al fine di garantire la tracciabilità dei pagamenti e combattere l’evasione fiscale.
Attualmente il limite per pagamenti in contanti è di cinquemila euro per le elargizioni. Questo limite si applica non solo agli acquisti di beni e servizi, ma anche ai prestiti o regali tra parenti. Entro questo limite non è necessario utilizzare bonifici bancari o assegni per trasferire denaro. Allo stesso tempo se si prevede di fare regali in busta di importo superiore, è consigliabile utilizzare bonifici o assegni per garantire la tracciabilità del denaro e rispettare le normative anti-riciclaggio.
È importante tenere presente che le donazioni informali possono essere soggette ad accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate e possono richiedere documentazione per attestarne la provenienza. Per questo motivo è consigliabile conservare una documentazione accurata e trasparente dei regali ricevuti, specialmente se si supera il limite consentito per i pagamenti in contanti.