Novità per quanto riguarda il mondo del lavoro. Adesso ti spettano tanti giorni di permesso in più grazie alle festività: cosa cambia ora.
Sono diversi gli elementi della retribuzione spettanti all’interno della busta paga. All’interno troviamo progressivi delle ferie, permessi residui e adesso il lavoratore ha diritto anche ai permessi relativi alle ex festività soppresse che per la maggioranza dei contratti collettivi vanno introdotti all’interno della busta paga. Molti lavoratori però non sono a conoscenza di cosa sono le ex festività, come funzionano e soprattutto se si perdono cosa succede alla busta paga.
Stiamo parlando di festività soppresse che non rientrano più tra le ricorrenze festive agli effetti civili. A regolarli ci pensa l’articolo 1 della Legge n. 54 del 1977. Queste festività non sono in rosso sul calendario, visto che sono festività abolite, nonostante questo sono retribuite. Al lavoratore spettano delle ore per queste ex festività, ovvero un equivalente di 32 ore di permessi che possono essere indicate a parte in busta paga; ma scopriamo come funzionano e come recuperarle.
Il 2024 ha visto una serie di cambiamenti riguardo alle festività lavorative in Italia, con alcune ex festività che sono state soppresse, ma tuttavia retribuite, influenzando le buste paga dei lavoratori. Queste festività, una volta considerate cruciali nel calendario lavorativo, sono ora oggetto di un nuovo approccio normativo che cerca di bilanciare le esigenze lavorative con quelle personali.
Le festività soppresse sono ben cinque: San Giuseppe (19 marzo); Ascensione (9 maggio); Corpus Domini (30 maggio); Santi Pietro e Paolo (29 giugno, esclusa la piazza di Roma); Unità Nazionale (4 novembre). Queste festività, sebbene non più osservate come tali nel contesto lavorativo, continuano a essere riconosciute come giorni di riposo retribuiti per i lavoratori. Inoltre la gestione di tali festività varia a seconda delle disposizioni contrattuali e delle normative regionali.
Per quanto riguarda la retribuzione, le ex festività sono calcolate in base al contratto collettivo nazionale (CCNL) applicato al settore lavorativo specifico. Questo può prevedere il pagamento delle festività soppresse in giorni retribuiti o in ore retribuite, con un massimo di 32 ore di permessi retribuiti all’anno. Allo stesso tempo è importante considerare come vengono gestite le ex festività che cadono di sabato o domenica.
Se una festività soppressa cade di domenica, il lavoratore ha diritto al trattamento economico previsto per le festività domenicali. Allo stesso tempo se la festività cade di sabato, il diritto al pagamento supplementare dipende dalle disposizioni del CCNL in materia di orario di lavoro. Per i lavoratori part-time, le festività soppresse sono fruibili proporzionalmente al loro orario di lavoro. Anche durante l’astensione per maternità obbligatoria, le lavoratrici hanno diritto ai permessi per le ex festività e al relativo pagamento se previsto dal CCNL.
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