Il Redditometro, una parola con cui dobbiamo iniziare a fare i conti, in tutti sensi. Perché potrebbe diventare fondamentale.
Il redditometro è uno degli strumenti più discussi e temuti quando si parla di controllo fiscale in Italia. La sua storia è stata caratterizzata da alti e bassi, con una sospensione nel 2018 che ha alimentato numerose speculazioni sul suo futuro. Tuttavia, il fisco italiano non ha mai realmente abbandonato l’idea di utilizzare questo strumento per individuare possibili irregolarità nelle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti. Oggi, il redditometro si presenta rinnovato, con nuove modalità operative che mirano a rendere ancora più efficace la lotta all’evasione fiscale.
Il principio alla base del redditometro è relativamente semplice: confrontare le spese sostenute dal contribuente con il reddito da lui dichiarato. Se le spese risultano essere superiori al reddito dichiarato di oltre il 20%, si genera una presunzione di irregolarità. Questo perché, in teoria, nessuno dovrebbe essere in grado di spendere più di quanto guadagna senza ricorrere a fonti di reddito non dichiarate.
Per effettuare questa analisi, l’Agenzia delle Entrate si avvale di una serie di “indizi” che possono indicare la capacità contributiva del singolo cittadino. Tra questi indizi figurano i beni immobiliari posseduti (case, terreni), i veicoli (auto, moto e barche), i conti correnti bancari e gli investimenti finanziari, oltre alle spese periodiche come mutui o affitti e quelle per beni considerati di lusso.
Selezione dei contribuenti e accertamento fiscale. La selezione dei contribuenti da sottoporre al controllo del redditometro avviene attraverso criteri basati sul rischio fiscale associato a ciascun individuo. Una volta individuati i soggetti “a rischio”, l’Agenzia delle Entrate invia una comunicazione preliminare per richiedere ulteriori documentazioni che possano giustificare le discrepanze tra reddito dichiarato e spese sostenute.
In caso le giustificazioni fornite dal contribuente non fossero sufficientemente convincenti o se emergessero ulteriori dubbi sulla veridicità delle informazioni fornite, viene avviata la procedura d’accertamento fiscale propriamente detta. Prima dell’avvio formale dell’accertamento è prevista una fase denominata “contraddittorio preventivo”, durante la quale al contribuente viene data la possibilità di difendersi dalle accuse mosse dall’Agenzia delle Entrate.
L’elenco degli indizi utilizzati dal redditometro per valutare lo stile di vita dei contribuenti è ampio e variegato: va dai ben immobili ai veicoli fino alle carte prepagate e ai pagamenti periodici come mutui o affitti. È importante notare che solo le spese tracciabili attraverso codice fiscale sono prese in considerazione ai fini dell’analisi; ciò significa che acquisti quotidianamente effettuati senza specifica identificazione del consumatore (come ad esempio quelli effettuati al supermercato) non influenzano direttamente l’esito della verifica.
Differenze regionali e familiari nel calcolo. Il nuovo modello del redditometro tiene conto anche della variabilità geografica del costo della vita all’interno del paese dividendo le spese presunte per nucleo familiare in diverse categorie distribuite tra cinque aree geografiche differenti . Inoltre , vengono considerate anche le spese sostenute dai familiari fiscalmente a carico , ampliando così lo speculum d’analisi .
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