A causa del gran numero di badanti che lavorano senza avere un contratto regolare, ora scatteranno una serie di controlli.
Con le case di riposo affollate e le liste di attesa che si allungano sempre di più, non sono poche le famiglie che assumono una badante o un OSS. Quando in casa c’è un parente anziano, infatti, figli e nipoti non hanno modo di dedicarsi come vorrebbero, motivo per cui l’unica soluzione è rivolgersi a una figura esterna specializzata. Tuttavia, proprio perché i professionisti hanno un costo, spesso non lavorano con un contratto regolare.
Secondo la procedura regolare, quando si assume qualcuno che assiste una persona anziana o con disabilità, occorre registrare il contratto all’INPS, definendo altresì le mansioni del lavoratore, oltre alle responsabilità che dovrà assumersi, e riconoscendo i diritti derivanti dal CCNL di riferimento. In questo modo la badante può presentare regolarmente la dichiarazione dei redditi.
Non assumere questa figura in modo regolare può portare a un risparmio in quanto così la famiglia non deve pagare i contributi, ciò non toglie comunque che si sta commettendo un reato. Dal punto di vista del lavoratore invece, può non dichiarare la paga ricevuta ma al tempo stesso non versa nulla a fini pensionistici. Inoltre non può appellarsi alla paga minima prevista dal CCNL, rischiando di ricevere di meno.
La responsabilità di eseguire delle verifiche sulla regolarità del lavoro di queste figure è sia dell’INPS che dell’Agenzia delle Entrate. A gestire i controlli infatti sono entrambe le istituzioni, collaborando per condividere le informazioni che raccolgono dai conti correnti e dalle dichiarazione dei redditi. Se emergono delle incongruenze, una verifica diventa doverosa.
I controlli per la precisione scattano nel momento in cui le entrate registrate sul conto superano del 20% quanto dichiarato. E se emerge che si sono assunti dei caregiver senza un contratto, le conseguenze non riguardano solo la famiglia ma anche il lavoratore/lavoratrice. La legge prevede una sanzione amministrativa che può variare fra il 120% e il 240% della somma non dichiarata.
In pratica non dichiarare il reddito percepito porta al rischio di dover versare più del doppio. Se emerge poi che la badante ha lavorato in nero per più anni consecutivi, la sanzione pecuniaria sale anche al triplo di quella prevista. E non va di certo meglio a chi accetta di retribuire in nero queste figure, anzi si accumulano più sanzioni.
Prima di tutto è prevista una multa tra i 200 e i 500 euro per non aver comunicato l’assunzione. Dopodiché c’è la sanzione per non aver registrato il lavoratore all’INPS che parte da un minimo di 1.500 euro, con una maggiorazione per ogni giornata di lavoro. Infine ci sono da saldare i contributi non versati, partendo da un minimo di 3.000 euro.
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