Non c’è soluzione per i problemi legati al TFS dei lavoratori del settore pubblico: uno smacco dopo l’altro pone fine a ogni speranza.
Il Trattamento di Fine Servizio (meglio conosciuto come TFS) è la liquidazione per i dipendenti pubblici. Mentre il TFR per i dipendenti privati arriva al massimo entro un anno, gli statali devono attendere anche anni per poter ottenere i propri soldi. Tutto questo a causa del differimento deciso anni fa, quando i mesi di lavorazione del Trattamento passarono da 12 a 15, in caso di pensionamento di vecchiaia, e da 24 a 27 in caso di pensionamento anticipato.
Ma non finisce qui. Il Governo Monti ha deciso di corrispondere il TFS agli statali a rate annuali di importo massimo 50 mila euro. E la decorrenza non scatta dal momento della cessazione del lavoro (novità introdotta con le Quote) bensì da quando il dipendente avrebbe raggiunto i requisiti di pensionamento di vecchiaia o anticipato. In conclusione c’è chi attende cinque o sette anni per la liquidazione. E anche se tutto questo è stato dichiarato illegittimo, non ci sono i soldi per versare in tempi brevi il TFS.
Aspettare anni per la liquidazione del TFS significa anche un danneggiamento in termini di potere d’acquisto per gli statali. Basti pensare agli ultimi due anni, all’impennata dell’inflazione con aumento spropositato del costo della vita. Prendere il TFS prima di questo cambiamento sarebbe stato decisamente più conveniente dato che non sono previsti interessi, né la rivalutazione monetaria della misura.
I ritardi dei pagamenti e questa perdita del potere d’acquisto sono state spesso denunciati dai lavoratori con ricorsi al TAR, tanto da portate la questione davanti alla Corte Costituzionale. Questa con la sentenza 130 nel mese di giugno 2023 ha stabilito come sia illegittimo il differimento del versamento della liquidazione agli statali. Il ritardo è incostituzionale perché diverge con il principio della giusta retribuzione.
Di conseguenza la Corte ha invitato il Governo a pagare subito quanto dovuto ai dipendenti ma è sorto un problema. Non ci sono 14 miliardi di euro da erogare a chi attende il TFS. Nessuno pretendeva certo un atto immediato, ma almeno piccoli passi verso la risoluzione della questione. Finora non si è giunti ad alcun miglioramento, il Presidente della Commissione Lavoro della Camera ha detto che si cercheranno proposte alternative ma al momento, ribadiamo, una soluzione non c’è.
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