Sono in tanti quelli che si chiedono se rateizzare le cartelle esattoriali interrompe la prescrizione: il chiarimento sconvolge tutti.
Le cartelle esattoriali sono sicuramente uno degli incubi di tutti gli italiani: in molti non sanno nemmeno da dove cominciare quando si trovano un documento del genere tra le mani. Una delle soluzioni più comuni però è proprio la rateazione, conosciuta anche come dilazione. Ma se non vi siete mai domandati come questa scelta possa influenzare il termine di prescrizione del debito e soprattutto in che modo incide sul debitore, siete nel posto giusto.
Sono tantissimi i contribuenti italiani che si chiedono anche se, una volta chiesta la dilazione, si può pure impugnare la cartella. Esaminare ogni circostanza diventa di vitale importanza. Per molti poi è importante capire se la rateizzazione interrompe la prescrizione o se questa comprenda l’acquiescenza o meno. Con questo termine si intende quindi la tacita ammissione del debito, con conseguente divieto di impugnarlo. Adesso quindi è possibile capire che cosa fare.
La prescrizione nel diritto tributario rappresenta un concetto fondamentale che determina l’estinzione di un diritto in seguito al suo mancato esercizio entro un periodo di tempo specifico. Nei casi dei debiti tributari, questo significa che se non viene intrapresa un’azione di riscossione entro un determinato lasso di tempo, il pagamento del debito non può più essere richiesto. Per quanto riguarda le cartelle esattoriali, i termini di prescrizione variano a seconda del tipo di tributo.
Per i tributi dovuti allo Stato come l’Irpef, l’Iva e altri, il termine di prescrizione è di 10 anni, mentre per quelli dovuti a Regioni, Province e Comuni è di 5 anni. Tuttavia esistono delle eccezioni, come nel caso del bollo auto, per il quale il termine di prescrizione è di 3 anni. Il termine di prescrizione inizia a decorrere dal giorno successivo a quello di ricevimento della cartella. Inoltre questo termine può essere interrotto facendo ricominciare a decorrere nuovamente.
Ciò avviene quando il creditore esercita il proprio diritto attraverso azioni come la richiesta di pagamento o l’avvio dell’azione esecutiva. La richiesta di rateizzazione delle cartelle comporta l’interruzione del termine di prescrizione per riscuotere gli importi contenuti. Inoltre, il termine di prescrizione rimane sospeso fintanto che il contribuente rispetta il piano di rateazione. Tuttavia se il contribuente non rispetta il piano di rateazione, la prescrizione ricomincia a decorrere da capo.
Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito che la semplice richiesta di rateizzazione da parte del debitore interrompe il corso della prescrizione del debito stesso. Anche se il contribuente può contestare le cartelle dopo aver richiesto la dilazione, è importante notare che l’istanza di rateizzazione non costituisce un’ammissione del debito. In pratica circa il 50% delle entrate di riscossione proviene dai piani di rateizzazione in corso, il che evidenzia l’utilizzo sempre più diffuso di questo strumento da parte dei contribuenti.
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