Pensione, problema enorme: in questo caso non si percepisce con quota 41 e nemmeno a 63 anni

Scopri il dilemma di chi, nonostante quota 41 e i 63 anni, si vede negata la pensione anticipata: ecco cosa fare.

Nella selva intricata delle questioni pensionistiche, ci sono momenti in cui le regole sembrano stringere e le soluzioni sfuggono di mano. È un’esperienza frustrante quando, nonostante si raggiunga l’età di 63 anni o si accumulino anni di contributi sufficienti per la famosa “quota 41”, la prospettiva di una pensione anticipata rimane solo un miraggio.

Quando è un problema la pensione con quota 41
Quando quota 41 e i 63 anni non bastano: il grande ostacolo verso la pensione – Giustiziabrescia.it

In questo articolo, esploreremo il complesso labirinto di normative e requisiti che talvolta impediscono ai lavoratori di accedere alla pensione anticipata, offrendo al contempo spunti e possibili soluzioni per superare tali sfide. Esaminiamo un caso che mette in luce una situazione intricata nel mondo della previdenza sociale: il rifiuto di una domanda di pensione anticipata con l’Ape sociale o quota 41 a causa dello status di disoccupato non idoneo.

Il dilemma pensionistico: cosa accade in caso di disoccupazione?

Sebbene l’Ape sociale e la quota 41 siano opzioni valide per vari gruppi, compresi i disoccupati, la questione qui risiede nella comprensione precisa della disoccupazione come condizione legata all’indennità, come la NASPI. Immaginate di essere in questa situazione: avete accumulato 32 anni di contributi e avete raggiunto i 63 anni e 5 mesi desiderosi di presentare la vostra domanda di pensione.

Pensione cosa accade con la disoccupazione
Senza via d’uscita: quando quota 41 e i 63 anni non garantiscono la pensione – Giustiziabrescia.it

Tuttavia, l’INPS ha respinto la vostra richiesta, sostenendo che l’ultima attività lavorativa terminata per dimissioni volontarie comprometta la vostra idoneità. Questo significa che se dopo aver usufruito della NASPI per intero avete cercato un altro impiego, perché non era ancora possibile a causa dell’età accedere all’Ape sociale, le dimissioni volontarie hanno complicato non poco il pensionamento anticipato.

Ecco il nocciolo della questione: per l’Ape sociale o la quota 41 è essenziale aver ultimato la NASPI. In altre parole, solo chi completa interamente il periodo di NASPI e poi presenta la domanda di pensione può aspirare a queste due forme di pensionamento anticipato. Per la quota 41 poi, è richiesto un ulteriore requisito: la NASPI deve essere terminata da almeno 3 mesi prima di presentare la domanda di pensionamento anticipato.

È importante ricordare che la NASPI può essere ottenuta solo in caso di perdita involontaria del lavoro, come il licenziamento individuale o collettivo, la scadenza del contratto o le dimissioni per giusta causa. Quindi, qual è la via d’uscita da questa situazione? È necessario un nuovo lavoro, anche temporaneo e di breve durata, che consenta di accedere nuovamente alla NASPI.

Dopo aver completato questo passaggio, potrete quindi presentare nuovamente la domanda di Ape sociale con buone probabilità di accettazione. Se optate per la quota 41, dovrete attendere ulteriori 3 mesi dopo il termine della NASPI prima di poter fare domanda come lavoratore precoce.

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