Esistono dei modi legali per evitare di sborsare cifre folli per le spese del notaio, anche se sono poco conosciuti: ecco di cosa si tratta.
Le spese dal notaio sono obbligatorie perché senza la documentazione firmata dal professionista non si può effettuare, ad esempio, una compravendita immobiliare. Il problema è che le tariffe di questi professionisti sono spesso alte e quindi molte persone di fatto non riescono a concludere affari.
Una delle esigenze più frequenti è lasciare la casa ai figli, non è però sempre possibile da un punto di vista prettamente economico. Basti pensare a tutte le tasse che gravano sugli immobili di proprietà e a tutti gli oneri economici che sono a carico del proprietario. Per fare un esempio pratico, quando un cittadino italiano vuole vendere una casa deve considerare una spesa onerosa
I conti sono presto fatti: un notaio può arrivare a chiede in media anche più di 3000 euro per un rogito, poi ci sono le spese accessorie dovute allo Stato, e non da ultimo il proprietario deve produrre l’APE (la certificazione energetica della casa) e anche la certificazione inerente la regolarità urbanistico edilizie e catastale dell’immobile.
Questi documenti, che possono essere redatti solo da professionisti, costano ognuno in media 3/400 euro. Naturalmente, le spese lievitano in caso ci siano complicazioni o piccoli problemi inerenti la documentazione. Va da sé che chi ha in mente di effettuare una transazione immobiliare voglia quantomeno risparmiare su alcune voci di spesa. Per fortuna però, qualche scappatoia c’è.
Come dicevamo prima, sono molti i genitori che vorrebbero cedere un immobile al figlio, ma magari non hanno le risorse per pagare il notaio viste le tariffe. In Italia non esiste un “tariffario agevolato”, nemmeno con un ISEE basso o che vada ad esempio in base al valore dell’oggetto della transazione, quindi è molto difficile evitare di spendere diverse migliaia di euro.
Per fortuna però arrivano ottime notizie, almeno per chi vuole lasciare una casa al figlio. La Cassazione ha di recente emanato una sentenza in cui si può “intestare” la casa avvalendosi dell’usucapione. In pratica è sufficiente che i genitori regalino verbalmente (quindi senza atti e senza spese) un immobile al figlio.
Questi deve andarci ad abitare e prenderci la residenza e comportarsi come fosse il proprietario, accollandosi dunque tutti gli oneri relativi alla manutenzione ordinaria e straordinaria. Trascorsi 20 anni, appunto con il diritto di usucapione, l’immobile entra in possesso automaticamente del figlio, che dovrà solamente rivolgersi al Giudice per far trascrivere la sentenza nei registri pubblici per il passaggio della proprietà.
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