Non tutti lo sanno, ma conviene andare in pensione prima del 2025 per evitare i tagli previsti dalla legge: scopriamone insieme di più.
Per il biennio 2025-2026 il Governo italiano ha già previsto un taglio delle pensioni, rendendo di fatto il 2024 un anno più che conveniente per il pensionamento. Ma andiamo con ordine. Intanto è bene ricordare come il sistema pensionistico italiano utilizzi il metodo contributivo che si basa sui contributi versati dal lavoratore durante la carriera.
Questi contributi vengono rivalutati in base all’inflazione e “trasformati” in pensione utilizzando coefficienti specifici che variano in base all’età del lavoratore al momento del pensionamento: di norma più alta è l’età, più favorevoli sono i coefficienti. La riforma Fornero del 2011 prevede che i coefficienti di trasformazione siano aggiornati biennalmente, tenendo conto delle aspettative di vita della popolazione.
Questo significa che se l’aspettativa di vita aumenta, i coefficienti diventano meno favorevoli per garantire la sostenibilità del sistema pensionistico, riducendo l’importo degli assegni pensionistici. E così dal 2011 a oggi, ogni aggiornamento biennale ha visto un peggioramento dei coefficienti, riflettendo l’aumento delle aspettative di vita in Italia.
Tuttavia, nel biennio 2023-2024, la pandemia da Covid-19 ha causato una riduzione drastica delle aspettative di vita, portando a un temporaneo miglioramento dei coefficienti di trasformazione. Con il miglioramento della situazione sanitaria e l’incremento delle aspettative di vita post-pandemia però, si prevede un nuovo peggioramento dei coefficienti a partire dal 2025.
Nel 2023, l’aspettativa di vita in Italia è stata di 83,10 anni con un aumento di circa 6 mesi rispetto all’anno precedente. Questo dato rappresenta una crescita significativa rispetto al periodo precedente, indicando un trend positivo nelle condizioni di vita della popolazione italiana. Inoltre, l’aspettativa di vita dopo i 65 anni è aumentata a 10,6 anni rispetto ai 10 anni del 2022, segnalando un miglioramento nella longevità della popolazione anziana.
Come dicevamo prima però, con il termine degli effetti devastanti della pandemia da Covid-19, la ritrovata crescita dell’aspettativa di vita ha portato a un previsto peggioramento dei coefficienti di trasformazione per il biennio 2025-2026. Questo aumento impatta direttamente sul sistema pensionistico italiano, in particolare sui coefficienti di trasformazione utilizzati per calcolare l’importo delle pensioni.
Maggiori aspettative di vita comportano un periodo più lungo di erogazione delle pensioni, il che aumenta la pressione finanziaria sul sistema pensionistico. Di conseguenza, per mantenere la sostenibilità del sistema, i coefficienti di trasformazione vengono aggiornati biennalmente, diventando meno favorevoli quando le aspettative di vita aumentano. Ma cosa implica nel concreto?
Chi va in pensione nel 2025 o negli anni successivi potrebbe ricevere un assegno pensionistico inferiore rispetto a chi decide di ritirarsi dal lavoro nel 2024. Considerando questi fattori, il pensionamento nel 2025 risulterà meno conveniente a causa dei coefficienti meno favorevoli. Chi soddisfa già i requisiti pensionistici dovrebbe quindi considerare seriamente la possibilità di andare in pensione nel 2024 per beneficiare dei coefficienti attuali, presumibilmente più vantaggiosi rispetto a quelli futuri.
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