Nel mondo digitale in cui viviamo è importante sapere cosa si rischia se si insulta qualcuno su WhatsApp: fai attenzione a questi casi.
Al giorno d’oggi WhatsApp è sicuramente l’applicazione più utilizzata in assoluto per comunicare con gli altri. A dimostrarlo sono proprio i dati riguardanti l’utilizzo dell’applicazione di Meta nel mondo intero: il servizio di messaggistica istantanea, infatti, vanta oltre tre miliardi di utenti in tutto il mondo. Come se non bastasse, l’app a oggi permette anche di chiamare e videochiamare gratuitamente, il tutto solamente grazie ad una connessione internet.
Spesso però si potrebbe fare un uso improprio di questa applicazione, magari insultando altre persone all’interno delle chat di gruppo. Quando si ha questo comportamento improprio però, in pochi valutano i rischi che si corrono. Partiamo col dire che offendere una persona risulta come un illecito, allo stesso tempo bisogna capire quando questo può essere una diffamazione o quando ricada nell’illecito civile di ingiuria. Comprendere la legge permette quindi di evitare ogni sanzione.
Insulti su WhatsApp, quando si commette reato: fai molta attenzione
Quando si insulta qualcuno su WhatsApp, è importante comprendere le implicazioni legali di tali azioni. In alcuni casi l’insulto potrebbe configurare un reato, mentre in altri potrebbe rappresentare un illecito civile. Vediamo nel dettaglio cosa succede e quali rischi si corrono.
L’insulto su WhatsApp può essere considerato un reato di diffamazione solo se avviene in un gruppo con almeno due persone oltre alla vittima e al colpevole. È essenziale che al momento dell’invio del messaggio, la vittima non fosse connessa. Altrimenti potrebbe trattarsi di un illecito civile di ingiuria, che può verificarsi in diversi contesti, come quando l’offesa è proferita in un gruppo costituito solo dalla vittima e dal responsabile.
Se l’offesa costituisce un reato di diffamazione, l’insultato può sporgere querela e chiedere la condanna penale del colpevole. Quest’ultimo potrebbe essere processato e condannato con la pena della reclusione o con una multa. Tuttavia anche in caso di ingiuria, la vittima può agire contro il colpevole in sede civile per ottenere un risarcimento del danno.
La vittima può agire dimostrando l’illecito con uno screenshot della chat che ha valore probatorio riconosciuto dai giudici. Inoltre, è possibile chiedere una trascrizione dei messaggi vocali per dimostrare il contenuto degli stessi. È fondamentale agire tempestivamente: la vittima può agire entro 5 anni dall’evento in sede civile ed entro 3 mesi in sede penale.