Va a trovate il marito in carcere: quello che accade alla donna ha dell’assurdo

Nel carcere Spini di Gardolo, in provincia di Trento, un detenuto ha sfregiato la moglie in visita, con una lametta da barba.

La situazione delle carceri in Italia è sicuramente un aspetto critico del nostro tessuto sociale, che porta con sé tanti problemi di diversa entità a cui bisogna rispondere, di volta in volta, con le giuste misure. Il sovraffollamento delle carceri, porta inevitabilmente a controlli meno attenti, che rischiano di sfociare in atti estremamente pericolosi non solo per i detenuti ma anche per i visitatori che vengono ammessi. Un caso del genere, arriva da Gardolo.

L'aggressione con una lametta foto Canva giustiziabrescia.it
L’aggressione con una lametta foto Canva giustiziabrescia.it

Al carcere Spini di Gardolo, in provincia di Trento infatti, una donna era andata a fare visita al marito, rinchiuso in carcere. Il marito è un uomo di 40 anni di origine tunisina, che starebbe scontando una condanna proprio in seguito a un’aggressione nei confronti della donna, sua moglie. La moglie, ritrovatasi a fargli visita, ha visto attentare nuovamente alla sua vita, riportando dei tagli provocati con una lametta da barba.

Cos’è successo

Attimi di terrore nel carcere Spini di Gardolo, quando un detenuto di 40 anni ha attentato alla vita della moglie, recatasi in carcere per fare visita all’uomo. Quest’ultimo, sarebbe riuscito a nascondere una lametta da barba e a portarla nel luogo dell’incontro. Una volta seduti faccia a faccia, l’uomo avrebbe estratto la lametta e avrebbe iniziato a sfregiare la donna. Secondo le ricostruzioni, avrebbe anche cercato di tagliarle la gola. 

Avrebbe attentato alla vita della moglie foto Canva giustiziabrescia.it
Avrebbe attentato alla vita della moglie foto Canva giustiziabrescia.it

La donna, anche lei 40enne di origine trentina, sarebbe stata salvata dall’intervento degli agenti di polizia penitenziaria, che hanno immobilizzato l’uomo e gli hanno fatto gettare la lametta. Proprio sulla lametta, in tanti si interrogano: come avrebbe fatto a portarla nella sala degli incontri, eludendo i controlli? Secondo le prime ricostruzioni, proprio i controlli sono stati piuttosto deboli.

L’uomo avrebbe infatti portato la lametta in mano, eludendo la sorveglianza semplicemente tenendo chiusi i pugni. In molti si sono interrogati anche sulla provenienza della lametta che, a quanto pare, l’uomo avrebbe estratto da un rasoio usa e getta. Il movimento dell’uomo, per colpire la moglie, è stato dunque fulmineo e senza che vi potessero essere avvisaglie, dato che non gli è servito nemmeno mettere le mani in tasca.

La donna è stata trasportata immediatamente all’ospedale Santa Chiara, in condizioni non gravi. Per l’uomo però, si prospetta un’accusa di tentato omicidio che andrebbe ad aggravare la sua posizione: il 40enne è infatti detenuto con l’accusa di aggressione, per aver picchiato proprio la moglie, colpendola al volto e al collo con un coltello. In quell’occasione, la donna era finita in ospedale con una prognosi di 41 giorni ma si era rifiutata di costituirsi parte civile durante il processo.